Il volume contiene una serie di contributi che spaziano su tutto quanto è Valle di Cembra e Müller Thurgau. «Un volume che dà prestigio alla nostra realtà e che cristallizza su carta tanti piccoli aspetti, forse minori, ma che tutti assieme contribuiscono a rendere questa valle del Trentino un unicum” hanno sottolineato all’unisono il presidente della Comunità della Valle di Cembra, Aurelio Michelon, e la sindaco di Cembra, Antonietta Nardin, intervenuti alla presentazione del volume assieme al presidente del Bim Avisio.Valle dell’Adige Armando Benedetti, del presidente dell’Apt Altopiano di Piné Valle di Cembra, Ugo Faccenda, e del presidente del Consorzio Vini del Trentino Elvio Fronza.
Le fotografie, pur di forte impatto visivo scattate da due bravi fotografi attivi in Valle come Giorgio Deflorian e Luciano Lona, rischierebbero di rimanere tasselli di un mosaico da ammirare, se l’insieme non fosse animato dalla gente e da ciò che le mani infaticabili dei viticoltori hanno creato dai tempi della Situla (IV secolo a.C.).
Le vigne, i terrazzamenti, le strade interpoderali che spaccavano la schiena a chi le percorreva, portando a spalla carichi pesanti prima che fossero rese meno faticose da un provvido intervento di sistemazione e asfaltatura.
Ma soprattutto l’uva e i prodotti che se ne ricavano: il vino, un tempo frutto di vitigni antichi e autoctoni, in seguito e più recentemente nobili, provenienti dall’esterno, come il Müller Thurgau, lo Chardonnay, il Pinot nero, il Sauvignon bianco e il Traminer.
E poi la grappa, che nel corso dei decenni ha smesso gradualmente gli abiti di panno ruvido di Rachele (nome riservato al distillato di vinacce ricavato goccia dopo goccia da coraggiosi “fuorilegge per necessità di sopravvivenza”) per vestire l’abito da sera di grappa fine e delicata prodotta da intraprendenti distillatori valligiani.
Il libro riassume nel titolo lo scopo dei promotori: raccontare con semplicità la storia di una manifestazione (la Rassegna dei vini Müller Thurgau) che inizia molto tempo prima del 1988 (anno della prima Mostra dedicata). Le pagine sono pietre di porfido d’immaginari muretti a secco forniti da numerosi portatori d’interesse, di testimonianze vissute, di proposte.