28 modi di declinare la parola "vino", tra racconti, testimonianze, confessioni di autori italiani contemporanei. Affabulazioni seriamente divertite, o scherzosamente serie, su una gloria nazionale che è anche e soprattutto discorso sulla natura, la storia, i sentimenti, l’immaginazione del bere… su una delle libertà di essere e di esprimersi.
Ciascun autore ha versato nel calice della scrittura la propria anima dionisiaca. Ogni capitolo del libro propone una doppia chiave di lettura, cogliendo possibili alternative o abbinamenti all’interno del singolo approccio al tema-vino. Ecco allora il vino "piacere o conoscenza", il vino "italiano o forestiero", il vino come "amore o abbandono", il vino dalla parte del "vignaiolo o vinattiere", il vino come "dignità o perdizione". C’è chi rivive il vino come giovinezza e spontaneità, in contrasto con la moda odierna che ne fa un affare per specialisti professionali, sacerdoti dai riti iniziatici celebrati con terminologia astrusa. Chi rievoca i pistoni, i bottiglioni di lambrusco dei nonni o inscena un divertente dialogo dei vini, giocando con l’incredibile varietà dei nomi dei vitigni italici. Chi (da astemio) tesse un paradossale elogio del Sangiovese o chi fa del Brunello di Montalcino un singolare ambasciatore d’Italia in terre esotiche e tempi lontani. Infine, c’è chi, scegliendo la carta dell’intimismo, inscena una favola (con disegni) che unisce metaforicamente scrittura e vino (bianco)…