Osterie e storie di donne e uomini, nella Bassa delle nebbie e dei lambruschi generosi. Prima dell’Unità d’Italia i campi e i paesi, qui, erano amministrati dai Duchi di Parma e Modena, Reggio era Estense e si divideva in due provincie, quella del Capoluogo, a sud, e di Guastalla a nord in riva al Po. Osterie, sospetti e lambruschi pubblicato da Antiche Porte editrice, racconta questo mondo di gente e territori dei secoli passati, spingendosi qua e là fin sul crinale appenninico.
A quel tempo frequentare assiduamente le osterie voleva dire, agli occhi dell’opinione pubblica (e della polizia), screditarsi pesantemente. Lo testimoniano le cronache giudiziarie della Sottoispettoria di Guastalla che tra la Gente sospetta, nel 1819, annovera undici individui residenti nel ducato, quasi sempre nullafacenti e “schedati” con disparate motivazioni: Accorsi Angiolo, (anni 30, un figlio, domiciliato a Luzzara) “Mentre dimorava nel comune di Reggiolo era tenuto, con ragione, in sospetto di ladro, massime di robe di campagna, perché era continuamente all’osteria e dedito al giuoco”. Arcangelo Teggi (già ospite delle patrie galere) è conosciuto come “nottivago, manutengolo ai figli di famiglia, al mal fare, frequentatore le osterie e bettole e finalmente dedito ai furti”. Borgo Brugneto è luogo malfamato in cui sovente succedono risse e schiamazzi notturni e perfino furti, si campestri che di pollerie. Dopo indagini eseguite, dice il latore dello scritto: “Ho potuto darmi a credere provenire siffatti delitti e sconcj da un non poco numero di giovinastri costanti nel vagare di notte, dediti al guioco e frequentatori le bettole e osterie”.
Tra i luoghi del vino locande, osterie e taverne, avevano infatti un ruolo speciale. Oggi questi locali sono ambienti difficili da recepire nella loro originaria (e complessa) “dimensione” sociale, che (purtroppo o per fortuna) è scemata con i moderni ristoranti. In quelle terre che divennero poi Italia unita, osti e bettolieri, crapuloni e morti di fame, viandanti e commercianti, finanzieri e contrabbandieri, vivevano e bevevano nei giorni del primo Ottocento. I disegni in copertina sono di Marzia Roversi.
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