STEFANO SALIS - prefazione
“Aprite le porte del meraviglioso rincorrersi di storie che è questo libro, e sarete precipitati subito in un universo onirico, e concretissimo, di rimandi, di vicende incredibili, di cannoni che sparano verso le nuvole, di insetti che si trasformano in magie di vetro, di film, di macchine per innestare inventate da uomini che amano il volo, di manifesti politici e manifesti satirici, di viaggi, dalla lontana Argentina all’osteria più prossima…E non è un caso, no, non è un caso, che tutto parta da un’osteria”.
MAURIZIO CECCATO
- alcune considerazioni su immagini e parole che formano la parola copertina
Se le fantasticazioni avessero un limite o un perimetro bisognerebbe ogni volta ridisegnarle. A quale piolo possiamo fermarci per dire di essere al sicuro per afferrare gli oggetti in alto, sempre più in alto?!
Come funziona l’associazione tra le parole e un’immagine?
Perché quel segno descrive più di un altro quelle parole?
E come si riesce a decifrare il suono delle parole con i colori?
Esiste l’equazione che permette di decifrare tre milioni di parole in una immagine?
Conosco l’aberrazione di decifrare tre milioni di immagini in una parola.
La carta è il nostro tepee d’incontro.
Qui le parole e le immagini fumano il calumet della pace senza riserve.
Tutte le condizioni sono dei casi di maniacalità.
Con o senza postmodernismo agitiamo e non shakeriamo, frulliamo e non spremiamo una quantità di significati a volte chiusi in una matrioska impolverata del telencefalo.
Abbiamo una tavolozza infinita da cui attingere senza mai replicarci.
Infiniti spazi rettangolari da riempire e svuotare.
E allora cosa manca? O cosa bisogna togliere?
Tutto, tranne le fantasticazioni.