Antonella e Mariella carissime, il vostro libro mi ha fatto un pochino vergognare, perché mi ha fatto capire quanto poco o nulla sapessi di un frutto prezioso come la castagna.
Sapevo solo di preferire le caldarroste alle castagne bollite e talvolta ho gustato il castagnaccio. Tutto qui.
Il vostro libro invece stupisce per la quantità di ricette che propone, basate tutte sulla castagna e la sua farina, sicché si potrebbe fare un menu che va dall’antipasto al dessert basato solo ed esclusivamente sulla castagna: forse perché è un frutto povero e per secoli ha sfamato gente povera, ha potuto godere della ingegnosità e della creatività che posseggono coloro che hanno scarsi mezzi di sussistenza.
E il vostro libro, quindi, in un paese come il nostro dove la povertà aumenta paurosamente di giorno in giorno è di estrema attualità perché è anche un invito a ricorrere a questa non indifferente ma trascurata risorsa.
Il vostro, però, non è solo un ricettario di cucina, perché la seconda parte dedicata alla storia della castagna nei secoli, arricchita da aneddoti, memorie e tradizioni, si legge con autentico godimento e stupore. Auguro al vostro libro la fortuna che merita.
Andrea Camilleri