"L’Italia centrale ha una storia enologica ricca di tradizioni provenienti da tutti i popoli che vi hanno abitato. Nel campo della geologia si intrecciamo le ultime tracce delle strutture alpine, i terreni provenienti dal fondo dell’oceano ligure e le scogliere coralline di mari tropicali, tutti materiali mescolati caoticamente dalla tettonica, coperti dai tufi vulcanici e dai sedimenti dei grandi bacini quaternari.
Delle sei regioni trattate, la Toscana fa parte del leone per l’importanza storica della sua enocoltura, che ha dominato l’Italia centrale fin dal Medioevo.
Al di fuori della Toscana, le altre regioni, hanno avuto nell’ultimo ventennio uno sviluppo esplosivo nei riguardi sia della quantità, ma soprattutto della qualità, svincolandosi in gran parte dalla sudditanza dalla Toscana, considerata la “Gran Madre”. Sono nate così due tendenze principali, una tesa ad affinare i vini tradizionali, basati sull’uso del Sangiovese e del Trebbiano, con l’introduzione di moderne pratiche colturali o l’integrazione con latri vitigni; e una seconda tesa a valorizzare le caratteristiche regionali, locali, con il recupero dei vitigni autoctoni e l’utilizzo dei metodi tradizionali. Il prevalere in alcune regioni delle denominazioni legate a nomi geografici e, al contrario, il persistere, altrove, di antichi nomi passati nelle denominazioni moderne, sono indice di un rinnovamento, forse troppo rapido, che la vitivinicoltura dell’Italia centrale sta attraversando.”