Venti racconti che ripercorrono momenti di cerniera nella vita di un paroliere narrati da lui stesso.
“Non ho cercato il perché prima d’ora, l’ho scritti per passatempo. Ma deve pur esserci un legame nascosto che li tiene insieme, un legame del tutto nuovo. Né versi né musica, tuttavia non sono molto dissimili dal fare canzoni, sempre pensare, perdere tempo, lasciarsi andare, illuminarsi e ricordare e immaginare e ritornare avanti e indietro. Ecco, s’è fatto il sentiero.
Scrivere una canzone è come scrivere una storia dove la musica aggiunge ciò che la sintesi non può dire, la luce di un lampione nella nebbia, un treno che passa. Cose che in un racconto si possono dire. La differenza con la canzone sta nell’avventurarsi nel silenzio.
La mia vita ha lo stesso andamento di quella di chiunque altro, ci sono periodi di continuità e momenti di cambiamento, più o meno importanti, come stecche e cerniere.
Ma a volte ci sono discontinuità non così facili da individuare quando si preannunciano. Esperienze che non sentiamo arrivare. A volte non sappiamo vederle neanche quando tutto è già successo. Credo che i brevi racconti del libro abbiano proprio questo in comune, essere annunci o conseguenze di un cambiamento