Emilia geometrica di dipendenze, personaggi corrosi,corrotti, calamite di calamità,eroi tragici dell'inutile.Acqua madre invisibile
-un ribollire di latte primordiale?-acque che si rompono senza nascita.Desiderio di essere inondati.Purificazione come risultato di un'autoinquisizione: l'autodafè volontario.Poi,una torre per trasfigurare l'orizzonte del pensare;il mare che annoda la memoria con la storia,quella torre che confonde l'ancestrale con il vissuto.Una parabola sussurrata, assurda,ritmo del singhiozzare.
Fatti,movimenti,giornali e lo specchio del diario che sostiene il tentativo estremo di risalita.E'
la parabola dell'esaltazione addormentata,del simmetrico allontanarsi,della viscida constatazione della propria incapacità.Zamboni autore e attore,
distaccato e palpitante,si lascia andare in questo lungo assolo che penetra la carne,cerca connessioni,
assonanze,accompagnato solo dall'ineffabile consapevolezza del senno di prima.