La storia della civiltà coincide, sotto molti aspetti, con la storia del vino. Nell'Archeologo e l'uva di questa storia affascinante Patrick McGovern ricostruisce le prime fasi, dal Neolitico fino alla Grecia arcaica, servendosi dei più recenti strumenti dell'investigazione archeologica, dalla biologia molecolare all'analisi del DNA, dalle testimonianze scritte a quelle figurative di popolazioni lontane e dimenticate. In un viaggio a ritroso nel tempo, fin oltre 7.000 anni fa, seguiamo i primi tentativi di acclimatare la vite eurasiatica e di imparare a produrre e conservare il vino. Di successo in successo, assistiamo alla sua diffusione presso altre culture (dall'Egitto all'Iran, da Israele alla Grecia). Rimedio curativo, lubrificante sociale, sostanza stupefacente, bene prezioso e merce di scambio, il vino acquisisce ben presto un ruolo centrale nei culti religiosi, nella farmacopea, nell'economia e nella vita sociale di molte civiltà antiche. Come simbolo evocativo del sangue, viene utilizzato nelle cerimonie religiose ed è al centro dell'eucaristia. Con il vino i re celebrano le loro vittorie e di vino riforniscono le loro tombe, onde assicurarsene la presenza nell'Aldilà. Quando oggi sorseggiamo un bicchiere di vino, ricapitoliamo questa storia, che ci ha consentito, partendo da una singola specie di uva, di ricavare una gamma pressochè infinita di gusti e di bouquets. L'archeologo e l'uva è un libro che non mancherà di affascinare sia gli amanti del vino sia gli appassionati di archeologia.