Perchè " corsaro " che rimanda un'eco epica per un pacioso uomo del vino come G.Tachis, recentemente incoronato da un sondaggio come l'enologo più famoso d'Italia ?
Per la passione marinara che lo avvince alle isole, soprattutto alla Sicilia, e all'inconsapevole incanto delle coste, dove i vigneti riflettono una perpetua luminosità. Aveva ragione un attento vignaiolo pisano, passato alla storia per altri motivi - Galileo Galilei - quando annotava che il vino è un composto d'umore e di luce. E in questi filari che, dopo l'epoca declinante del tendone, sembrano ora arabeschi a smalto, ha saputo cogliere il loro destino.
Ha redento uve sfibrate e derelitte, che non cercava più nessuno, convertendo la povertà in un'opulenza
mai neppure sospirata. Nei recenti dieci anni di collaborazione strettissima con l'Istituto Regionale della Vite e del Vino di Palermo, Giacomo Tachis ha disegnato un volto originale e costruito un'identità della definitiva della Sicilia che, per prima nella Penisola, aveva offerto ospitalità alla vite. Il libro ricorda quegli infervorati dieci anni che hanno
stupito il mondo e cerca di spiegare il perchè di un successo senza pari.