È l’epopea di una generazione vissuta attraverso lo sguardo di un ragazzo.
È un’autobiografia romanzata, che rende l’Italia di quegli anni con tutti i suoi profondi cambiamenti e le sue inquietudini.
Un pezzo di storia contemporanea che ci riguarda da vicino, una sorta di Vietnam italiano, gli anni del terrorismo e dell’eroina.
Una corsa veloce verso i raduni giovanili degli anni Ottanta, verso i grandi concerti rock, verso la libertà.
C’è la voglia di condividere, di scambiarsi esperienze, vestiti, emozioni, in un clima di sconsideratezza, dove lo Stato, la famiglia e la scuola sono messi fortemente in discussione e prevale il desiderio di sperimentare, di provare sulla propria pelle un altro mondo possibile.
Mentre nascono le prime famiglie-tribù, la musica è la colonna sonora di ogni gesto e l’amore va consumato in pochi giorni.
Il protagonista passa attraverso la tossicodipendenza, il carcere, la comunità, per ritrovare se stesso e rinunciare all’autolesionismo, per porsi dei limiti, o forse per superarli.
L'AUTORE Bruno Panebarco (Torino) è alla sua opera prima