Alla fine di agosto del 1968 i Rolling Stones pubblicano Street Fighting Man; negli stessi giorni esce il 45 giri Hey Jude dei Beatles, che ha come retro Revolution.
Street Fighting Man è una delle canzoni più citate tra le tante pubblicate nel ’68.
Nella sua cronistoria scorrono e si sovrappongono vari momenti e differenti contesti: dai figli dei fiori alle manifestazioni di piazza, dalla musica psichedelica all’avvento della musica rock, dalla violenza della polizia durante la convention dei democratici a Chicago a un’autentica offensiva delle istituzioni contro una scena pop-rock inglese decisamente invisa soprattutto a un’aristocrazia conservatrice.
E poi ancora, la condanna di Mick Jagger e Keith Richards per possesso di droga, la loro incarcerazione, l’editoriale del «Times» a favore di Jagger, la fascinazione subita dalla New Left inglese nei confronti dei Rolling Stones, recepiti come espressione diretta della ribellione.
Street Fighting Man è anche ricordata per la veemente polemica che vide schierarsi in Europa, negli Stati Uniti e nell’Unione Sovietica contrapposte fazioni che condannavano l’ambigua posizione di Lennon sul “movimento” ed esaltavano Street Fighting Man.
Dissidi personali e musicali all’interno della band, vessazioni continue da parte della polizia, tentativi di alcune fazioni politiche di conquistare l’attenzione di Jagger, nonché l’interesse di Jean-Luc Godard e Mario Schifano hanno infine iscritto il brano nella Storia e nella storia del gruppo.
Giuseppe Barbieri
Si occupa dei Rolling Stones da quando li ascoltò per la prima volta nel 1964. Ha scritto di loro e di molto altro su «Guitar Club», «Chitarre», «Il Mucchio Selvaggio», «Outsider» e sul quotidiano «l’Avanti!». Per RadioRai è stato autore di programmi e ha gestito la playlist musicale di Radio2 dall’avvio del progetto sino al 2009; per la stessa rete ha scritto una “Opera Omnia Rolling Stones” articolata in più di trecento puntate quotidiane.