“Il soffio dell’anima: armoniche e armonicisti blues (e non solo...)”: ovvero l’opera che per la prima volta in Italia offre un compendio ampio e ben fatto sull’armonica e sugli armonicisti.
L’autore, Fabrizio Poggi, è un noto musicista: oltre a guidare i Chicken Mambo, ha inciso la bellezza di 13 album con varie formazioni e prestato la sua armonica ad una pletora di musicisti blues, rock e folk italiani e stranieri.
Il volume è diviso in una prima parte generale sulla storia dello strumento e sulla sua evoluzione, che comprende anche le schede dettagliate dei padri del “Mississippi saxophone”, sia in ambito country blues che nello stile di Chicago.
Segue una seconda parte davvero enciclopedica, il “Dizionario dell’armonica e degli armonicisti blues”, costituita da schede individuali di centinaia di musicisti (appartenenti anche ad altri generi musicali).
Questa sezione è così ampia perché include tutti quegli artisti che hanno suonato l’armonica anche come strumento secondario, magari solo poche volte durante la loro carriera: si va da Bruce Springsteen a Big Mama Thornton, da Bob Dylan a tanti altri nomi più o meno noti.
Gli armonicisti blues la fanno comunque da padrone.
Piccoli spazi sono anche dedicati agli aspetti strettamente tecnico-strumentali, anche se va detto che il libro non si pone assolutamente come un manuale o una guida per chi vuole imparare a suonare lo strumento.
Tra i capitoli finali, rivestono secondo me particolare interesse - sia pure nozionisitco - quelli che contengono le liste di armonicisti che con il blues nulla hanno avuto a che fare: dalle formazioni di sole armoniche ai folk singer, dal jazz al rock, dalla classica al country e bluegrass alla musica leggera e pop...
E’ davvero inaspettato leggere un elenco così lungo di gente associata all’armonica!
Alcune scelte sono inevitabilmente opinabili.
Ad esempio a Slim Harpo forse avrei dedicato solo una scheda fra le altre centinaia del “Dizionario”, anziché metterlo tra i grandi armonicisti blues a inizio libro.
Come pure non mi risulta chiarissima la motivazione alla base della suddivisione in capitoli adottata nella prima parte del volume.
Ma questi sono aspetti secondari ovviamente voluti dall’Autore per motivi di gusti personali e di organizzazione del testo, che non inficiano per nulla il valore assoluto dell’opera.