Il libro racconta oltre quaranta esperienze di agricoltura civica attraverso il viaggio intrapreso da tre agronomi e due educatori nell’Italia della nuova agricoltura civica, etica e responsabile. Come sottolineato dal professor Andrea Segrè nelle conclusioni in chiusura del volume, il viaggio dimostra come le nostre azioni possono portare a un mondo nuovo. Basta credere nel nostro ruolo di individui attivi nella società, fuggendo dalla passività e dal vuoto che ci circonda. Basta poco. Sarebbe sufficiente rinnegare la pervasiva cultura del consumo e del rifiuto che genera lo spreco di cui siamo circondati: di cibo e altri beni, ma soprattutto di relazioni.Le pratiche di agricoltura civica, sottolinea il professor Francesco Di Iacovo nella sua introduzione, si incentrano su iniziative in cui l’agricoltore, la sua azienda, avvia un dialogo stretto con la comunità di riferimento, con i suoi bisogni, materiali e immateriali, assicurando cibo di qualità controllato e controllabile dalle autorità preposte, ma anche attivando in modo nuovo relazioni, percorsi di formazione e educazione alla natura e ai cicli della produzione, fornendo prospettive e stili di vita e di consumo capaci di evocare sostenibilità e durevolezza, di stimolare soluzioni adatte a favorire inclusione, servizi, capacità di resilienza delle comunità locali e diritti di cittadinanza legati alla produzione di beni comuni. I buoni frutti, quelli che già oggi sono sui territori, conclude il professor Di Iacovo, ci restituiscono allo stesso tempo una possibilità e una responsabilità.Il libro si avvale anche dei contributi di Marco Boschini, Roberto Burdese, Michele Dotti, Jacopo Fo, Carlo Hausmann, Saverio Senni.