Terra delle mie brame è il libro che denuncia le ultime espressioni architettoniche delle nuove ‘cantine’ del vino in Valpolicella e gli stravolgimenti del paesaggio dovuti tanto alla speculazione edilizia, quanto alla trasformazione della Valpolicella in industria del vino a cielo aperto. Seguendo le suggestioni del filosofo Michel Foucault e le sue analisi del potere, Terra delle mie brame vuole rappresentare una sorta di un “laboratorio sperimentale” di una nuova forma di resistenza contro gli scempi del paesaggio per far sì che a prevalere non sia l’abitudine e la rassegnazione dell'essere umano al degrado bensì l’acquisizione di uno sguardo dissidente e di rifiuto permanente della violenza dell’uomo sulla terra che gli dà sostentamento, vita e bellezza.
Il libro descrive e documenta in maniera precisa e puntuale il "caso Valpolicella” ma come scrive Tomaso Montanari*, nella sua prefazione: Libri così potrebbero e dovrebbero essere scritti per il Chianti o per Firenze, per Venezia o per la costa del Salento. Cosa abbiamo fatto, in una o due generazioni, al giardino del mondo?
Ancora Montanari nella prefazione del libro scrive: "Questo è un libro raro. Perché è un pamphlet contro la distruzione per lucro di un luogo meraviglioso. Ma è anche un coltissimo atto di fede nella possibilità di abitare ancora la democrazia da cittadini, e non da sudditi. Perché è un libro contro: ma è anche un libro pieno di amore per la vita. E per la persona umana, nonostante tutto". (dalla prefazione di Tomaso Montanari)