Il lavoro di Marco Ballestri mette ordine in una storia di creatività italiana poco conosciuta ma ormai leggendaria per gli appassionati di strumenti musicali vintage in tutto il mondo.
La storia è quella di Antonio Wandrè Pioli (1926-2004) che negli anni ‘50 crea la prima fabbrica di chitarre elettriche in Italia.
Dalla sua avveniristica Fabbrica Rotonda di Cavriago, in provincia di Reggio Emilia, escono alcuni dei modelli più innovativi e sperimentali nella storia della chitarra elettrica mondiale, tanto che oggi le Wandrè sono tra le più ricercate dai collezionisti di ogni paese.
Raccogliendo l’eredità dal padre liutaio, desideroso di realizzare il sogno di mettersi un paio di ali e volare il più in alto possibile, Wandrè raggiunge una meta impossibile: quella di essere sempre coerente con le proprie idee a dispetto di tutto e di tutti.
Lo fece sulle montagne dell’Appennino reggiano, che lo videro partigiano a sedici anni; coniugando la filosofia con l’edilizia; con il futurismo pop, il simbolismo e il lirismo erotico delle sue chitarre; con l’adesione al movimento Fluxus e con il suo recitare la vita, fino alla morte, in un infinito teatro di strada.
L’idea di “uomo libero” dalle catene delle convenzioni sociali lo rese bersaglio dell’invettiva della società perbenista, ma nello stesso tempo modello da imitare per tanti giovani che, come lui, aspiravano a una vita migliore.
Certo tutto questo gli procurò momenti di terribile sconforto, fino a maturare l’idea di un lento suicidio, ma la sua indole naturale lo portò sempre a rialzarsi spinto dal bisogno vitale di lasciare una traccia indelebile di sé nella vita dei posteri.
Tutti dovevano ricordarlo come l’uomo che aveva sfidato, attraversandolo e anticipandolo, il tempo; il tempo delle mode, dei luoghi comuni, delle regole forzate, delle correnti politiche impastate di false verità. Insomma un uomo d’altri tempi… o meglio un uomo, per dirla come lui, senza tempo.
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Wandrè was a visionary and an innovator. His revolutionary nature emerges with great strength if you browse the names he chose for some of the most popular models of his guitars, in which he used, often well ahead of the curve, words entered in the history of pop culture.
His Piper was born some years before the birth of the eponymous Rome concert hall that made the history of Italian beat music; his Psychedelic Sound went into production just before California Summer of Love started.