«Questa è la storia di alcune donne uniche. Musiciste geniali. Compositrici innovative. Interpreti sublimi. Donne uniche capaci di emergere in un mondo che avrebbe fatto volentieri a meno di loro. Che le ha considerate inadatte, sfrontate, scandalose, incapaci. Questa è la storia di alcune donne uniche, in un mondo di uomini.» Ad alcune fu impedito di suonare, altre non poterono firmare le composizioni frutto del loro lavoro, mentre le porte dei conservatori erano aperte solo per gli uomini, la Chiesa proibì a loro di cantare, la società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile… La storiografia ufficiale della musica per secoli ha escluso le donne dalle sue pagine, ignorando compositrici rivoluzionarie, musiciste innovative e giovani talentuose. Dimenticando, o tralasciando, esperienze e intuizioni destinate a cambiare il corso della musica classica. In questo libro Beatrice Venezi, giovane direttore d’orchestra, ci restituisce le loro storie sorprendenti e piene di significato. Scopriamo così la vita di Ildegarda, monaca geniale che usava il canto per comunicare con Dio; quella delle grandi compositrici del Barocco ritratte dai Gentileschi; quella delle donne del Sette-Ottocento, confinate in casa e definite solo in funzione degli uomini, come la sorella di Mozart, o la moglie di Schumann; fino ad arrivare alle musiciste ribelli del secolo scorso e dei nostri giorni, a Maria Callas, per esempio, a Nadia Boulanger, Martha Argerich, Björk, donne che, nonostante le difficoltà, hanno forzato i confini dello spazio che gli veniva concesso nel mondo della musica, combattendo per se stesse e per le generazioni future. Questa è una storia di talento e determinazione, di intraprendenza e tecnica: un percorso tutto al femminile che dal Medioevo arriva ai giorni nostri, mettendo in luce gli errori del passato e quelli in cui tutt’ora perseveriamo. Dodici esempi di coraggio e determinazione per tutte le donne che, ancora oggi, sono costrette ad abbandonare la loro passione, a rinunciare a un sogno, solo perché qualcuno crede che quel lavoro non sia adatto a una ragazza.