"Questi dieci racconti, immersi nella vodka e nei sentimenti, sono storie vere, false, verosimili. Vicende vissute da me o da altri in posti dove accadevano cose che, normalmente, non succedevano altrove" puntualizza Carlo Rossella nelle pagine che aprono il libro.
"Il tempo è quello di Leonid Il'ic Breznev.
Gli uomini e le donne di cui scrivo vivevano e bevevano vodka nell'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche e nei Paesi satelliti dove imperava il comunismo.
Sono personaggi poi scomparsi, travolti dalla storia; finiti in cenere proprio come l'ideologia che li aveva visti crescere, nascere e morire."
La vodka ha dominato il mondo dell'Unione Sovietica e dei Paesi 'fratelli': negli anni del socialismo reale pochi sapevano sottrarsi al seducente richiamo di questo distillato forte e trasparente, conforto della depressione, capace di stordire e di eccitare, di scatenare violenze efferate ma anche passioni travolgenti.
Rossella ci accompagna in un viaggio nelle capitali - Mosca, Varsavia, Erevan, Mogadiscio - di quel mondo che agli osservatori occidentali sembrava immobile, tetro, opprimente.
"E in parte era vero. Ma c'era anche un'altra vita. E che vita! Bastava avere la fortuna di scoprirla."
Dopo la caduta del Muro, del passato niente è rimasto in piedi.
Solo la vodka ha resistito, trionfando su tutto e su tutti.
Za zdorov'e!