Schei! Così Gian Antonio Stella intitolava un famoso ritratto del Veneto degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, cuore di un Nordest proiettato verso lo sviluppo cavalcando iniziativa imprenditoriale, visione di mercato, ma anche egoismo e avidità.
Con gli schei, i soldi, come mezzo e fine, motore e valore-guida.
Negli anni Duemila abbiamo però assistito al declino: gli schei erano finiti. Ma finiti dove? E come?
Questo libro vuole dare una risposta relativa al settore della finanza bancaria e assicurativa nell’area di Verona.
La piazza finanziaria della città scaligera era tra le più importanti d’Italia, e gli schei erano tanti.
Poi, nell’ultimo ventennio, Verona ha perso la direzione di due banche importanti, Cassa di Risparmio e Banca Popolare.
Un altro duro colpo è venuto dalle ingenti perdite patrimoniali della Fondazione Cariverona.
Nel frattempo, i titoli azionari della Popolare e di Cattolica assicurazioni andavano incontro a perdite rovinose, svuotando le tasche a migliaia di risparmiatori. Non un declino: un rogo.
E la città?
È rimasta in silenzio.
Un silenzio che qui si vuole rompere, per la prima volta, attraverso un’analisi rigorosa e dettagliata