Nel 1979 Arcana Editrice dà alle stampe Lambro/Hobbit, un'antologia sulla nuova destra curata da Giuseppe Bessarione (Gianni Emilio Simonetti). Oltre ad alcuni brani che definiscono la cultura di destra (Romualdi ed altri, 1965-73), la scelta dei materiali presenti nel volume si concentra sulla produzione ideologica del neofascismo italiano, in special modo quella del lustro 1974-78, che corrisponde al periodo di emersione dell'area cosiddetta "movimentista", facente capo ad alcune riviste vicine agli ambienti della nuova destra francese ("La Voce della Fogna", "Elementi", "Intervento" etc.), in polemica con la destra più tradizionalista e istituzionale. La nuova destra rautiana in quegli anni dispiegava un fronte che si dotava di mezzi e forme culturali non dissimili da quelli della nuova sinistra: riviste e fogli, radio libere e manifestazioni per i giovani con musica dal vivo come i "campi Hobbit"; difficile individuare dove finissero le coincidenze e dove cominciasse una precisa strategia di infiltrazione culturale: Nel 1977 Marco Tarchi, ad una conferenza nazionale del MSI dichiarava: "Dobbiamo valutare quando sia necessario agire con le nostre strutture tradizionali e quando si debba ricorrere a forme mimetizzate che anche gli altri non disdegnano. E' necessario in alcuni casi non essere etichettati per poter meglio penetrare in certe posizioni che permettono una larga azione politica". Di fatto, i brani antologizzati riflettono i gusti musicali e il lessico dei giovani militanti di destra, che andavano somigliando sempre più a quelli dei loro coetanei di sinistra. Da qui, l'allarmato appello lanciato dall'autore:
"In Lambro Hobbit sono raccolti alcuni materiali per una riflessione - sulla cui opportunità ed urgenza non è più possibile patteggiare - intorno alle forme e agli sviluppi recenti del fascismo e ai suoi riflessi sulla cultura giovanile.
(...)
Così l'obiettivo del libro è di allarmare: IL FASCISMO E' DAPPERTUTTO SOTTO LE SUE FORME RECUPERATE!".
Volume d'epoca con qualche segno del tempo, ma ben tenuto, proviene da collezione privata