Lo smarrimento di cui soffre l’uomo contemporaneo è conseguenza della illusoria separazione dell’uomo dalla natura. Siamo pieni di persone intorno, ma soli. Pieni di comodità e beni, ma insoddisfatti.
I due autori, psicoterapeuti studiosi di ecologia profonda, partono da questa constatazione per spiegare come può essere d’aiuto la medicina sciamanica e in particolare l’Ayahuasca, di cui oggi si parla e si legge sempre di più.
Il più grande potere dell’Ayahuasca, cercato e temuto allo stesso tempo, appare quello di mettere di fronte alle verità dell’esistenza quanti sono pronti e sinceramente intenzionati a vederle.
La rivoluzione psichedelica in atto al confine tra mondo scientifico e spirituale sta finalmente restituendo la dignità di medicine a questo come ad altri rimedi di tradizione sciamanica, dopo decenni di proibizionismo che hanno fortemente limitato le possibilità di ricerca e l’utilizzo nella cura della malattia fisica e della sofferenza psicologica.
Ma saremo capaci di farne buon uso?
Saremo capaci di cogliere questa opportunità di tornare a sentirci integri e interi, di guarire dalla condizione che nutre tutti i mali: l’illusione della separazione?
Il canto degli Spiriti della foresta amazzonica può guidarci nel cercare le risposte.
Dicono gli autori: “Come psicoterapeuti osserviamo ogni giorno lo smarrimento delle persone, impegnate a soddisfare bisogni indotti per riempire un tempo svuotato di senso: occorre ricordare che noi siamo natura”.