Il gioco dei cavalli

E' a tutti nota la passione di Fernando Savater, uno dei maggiori intellettuali spagnoli di oggi, per le corse dei cavalli che già emerge nel suo libro A cavallo di due millenni (Laterza, 2001). Una passione che gli ha portato molte accuse di superficialità e che, tuttavia, gli ha permesso di scandalizzare i grandi cattedratici, quelli che «non allargheranno mai le loro prospettive, poiché bisogna lasciare da parte le questioni di vita e di morte per dedicarsi a qualcosa di più importante». «Perché le corse dei cavalli? Perché scriverne, senza dimenticare completamente l’impegno filosofico? A chi potrà interessare – cerchiamo di essere ottimisti, dovrà pur esserci qualcuno – un libro come questo? Voglio scrivere questo libro partendo dal punto di vista dell’appassionato e da nessun altro, per eccelso che possa essere. Per nulla al mondo voglio trasformare il turf in un semplice pretesto, come forse altri hanno fatto prima di me. E non voglio neppure scrivere l’apologia delle corse ippiche, perché mi manca l’esperienza dell’allevatore o del fantino; voglio fare solo un elogio della passione per esse. Sebbene, a rendere più grave la mia situazione ci sia il fatto che oggi dichiararsi un appassionato delle corse dei cavalli comporti un’ulteriore perdita di prestigio, oltre al pregiudizio tradizionale della gente di cultura nei confronti dello sport... Sapete perché questo libro è interessante? Perché è scritto da uno che, oltre a essere intelligente (che non guasta mai), nutre un autentico interesse per qualcosa».