Sospeso tra fantasia e realtà, fra sogno e non vita. Tutto inizia molti anni fa, in un giorno imprecisato, nascosto nel buio della storia. Si riaccende per uno scherzo, di compagno a un compagno. Per uno scherzo del destino a due entità sconosciute tra loro, una reale, una impalpabile. La nostra vita disincantata, il nostro spirito inaridito dalla consuetudine e dalla quotidianità hanno perduto, oltre a facoltà che un tempo ci erano proprie, anche il senso di ciò che sta oltre la porta, si sono fatti sordi al sussurro dei secoli. E su di un momento sperduto in un angolo di una Versilia antica si generano due realtà: una eterea, inafferrabile ma persistente; una storica, concreta, fatta di reperti, di ricerche, di studi. Ed entrambe hanno un’anima e un senso. Ed è qui che non si sa più distinguere il confine tra il reale e l’onirico, tra il paranormale – che tuttavia non è mai «gotico» – e la novella. Il tutto permeato da una profonda tristezza, da un disagio sottile, da un freddo innaturale. «Ognuno è libero di credere o non credere – avverte l’Autore – Io stesso, se mi narrassero questa vicenda, sarei il primo a dubitare. Se non proprio a non credere». Ma si avverte subito, comunque, che egli ha posto la mano sulla maniglia di una porta oscura.