Qui si propone un’ottica in cui il cavallo è un compagno di gioco, di avventura, di piacere, non da sfruttare, spremere e poi gettare, ma da amare e rispettare, trovando con lui una piacevole collaborazione per rendere la nostra vita più gradevole, senza necessariamente ferire la sua.
Cercare la soddisfazione nella crescita della comprensione reciproca del fare in sella, non solo del giocare.
La proposta tecnica parte da questi elementi: studia il movimento del cavallo, ne valuta la migliore attitudine perché non subisca danni dall’attività dell’equitare, cerca la dinamica corporea del cavaliere più adeguata al dialogo con lui, la trasforma in un messaggio comprensibile anche ai neofiti.
Alla base, una ricerca analitica culturale, con rivisitazione della storia tecnica dell’equitazione; in altre parole la traduzione pratica semplificata dei testi dei Vecchi Maestri, riprodotta in un linguaggio e con metodi aggiornati ai nostri tempi.