Nel marzo del 1994 il giudice del Tribunale di Bari Riccardo Greco ha sequestrato il libro “Membri di partito”, scritto da Alberto Selvaggi per Stampa Alternativa, consentendone la ristampa solo dietro eliminazione dei riferimenti “diretti e indiretti” ai due sottosegretari di governo che avevano chiesto il provvedimento d’urgenza.
Ecco perché questa nuova edizione del libro esce “evirata” di alcuni capitoli, sostituiti da un resoconto della vicenda giudiziaria e dei suoi riflessi nel mondo dell’informazione curato da Marco Ferrazzoli.
Il giudice ha riconosciuto che lo scambio tra le “prestazioni erotiche” della protagonista del libro, Rossana Doll, “e l’interessamento dei due parlamentari per il lavoro di lei”, ha una “sicura rilevanza pubblica”, che rientra nel “diritto-dovere di cronaca”, ma ha ritenuto che il racconto contiene “affermazioni ripetutamente denigratorie”, specificando, prima di emettere il verdetto, che “la verità reale è ben altra cosa di quella processuale”.
La contraddizione ci pare e evidente e non si potrà risolvere senza considerare che anche nei meccanismi “privati” si manifestava il sistema di potere della Prima Repubblica.
In tutte le democrazie avanzate il comportamento privato dei politici è sottoposto al controllo implacabile dei “media”, perché è garanzia della loro affidabilità pubblica.