"Con le nostre famose facce idiote, eccoci qui."Con i nostri sorrisi tristi, a parlarci ancora di noie non c'è niente da scoprire, niente da salvarenelle nostre parole".
E' così che cominciava "Modena" (da "Buona Domenica", 1979), una delle più belle canzoni di Antonello Venditti.

E nel libro fotografico curato da Massimo Masini quelle facce - forse non proprio idiote ma certamente ingenue, sognatrici, perse in un istante che solo la foto riesce a catturare - ritornano in una raccolta di foto affascinanti, suggestive, vera e propria carrellata di un'epoca vissuta in provincia e non in grandi centri come Roma o Milano.
Si è detto tanto sul beat in Italia e anche dal testo della RFM traspare un dato di fatto: più che continuità tra epoca beat (seconda metà degli anni '60) e epoca pop, i protagonisti segnalano una sorta di frattura, alimentata probabilmente dalla forza dirompente del '68, che portò un nuovo sogetto, quello marcatamente rivoluzionario, rispetto alla creatività tpica dei giovani beat.

Una creatività che si evince tutta dalle numerose foto di Carlo Savigni: Francesco Guccini senza barba e naso adunco, i Nomadi in molteplice veste (floreali, beat, un po' Charlatans), l'Equipe 84 con lo spilungone Sogliani e il "corto" Cantarella, la vis anarchica di un Bonvi e di tanti personaggi che animavano il centro di Modena.
Un centro che viveva, pulsava vita e idee in un posto importante, simbolo di novità e vita comunitaria, più che semplice punto d'incontro, il Bar Grande Italia.

Parlavamo di creatività: quel luogo ebbe il potere di concentrarla, di filtrarla e rilanciarla persino in un disco. "Grande Italia" fu pubblicato dalla EMI nel 1974 grazie all'interesse di Dodo Veroli, produttore dei Nomadi.

Chi dai Gatti prenderà la strada della miglior canzone d'autore, chi andrà in India chi all'isola di Wight portando foto memorabili, chi disegnerà "Sturmtruppen", chi segnerà la storia della musica italiana, un 29 settembre, "seduto in quel caffè"...

Donato Zoppo
www.movimentiprog.net