Alla dominante volgarità, il dandy oppone la sua solitaria eleganza morale fatta di sobrio individualismo artistico e ironia critica. Egli vive contro i dogmi del denaro, del profitto, del successo; esule, straniero, indifferente ai traffici del mondo, niente conta per lui più della libertà, della nobiltà d’animo e della possibilità di esprimersi con le proprie opere.
Ecco, forse per la prima volta, un excursus sulla categoria imperscrutabile del dandismo – personificata tra gli altri da Wilde, Proust, Stevenson, Baudelaire, Poe, Virginia Woolf, D’Annunzio, Malaparte – entro una riflessione critica che coinvolge due secoli di storia letteraria e sociale.
Letteratura di qualità contro il conformismo, l'omologazione e la prepotenza dei grossi. Queste parole di Marcello Baraghini ben rappresentano il tipo di letteratura che vogliamo proporre.