l Fauno è Pan, il satiro folle, il dio-caprone. Se Dioniso appare, lui è già lì pronto ad accoglierlo.
È simile a Tifone, come ci racconta Socrate: uno strapotente gigante da cui dipendono le eruzioni vulcaniche, le tempeste e i terremoti sotterranei: la personificazione stessa del potere distruttivo della Natura.
Credo che sia questo il motivo per cui, fra tutte le ville di Pompei, solo in questa appaiano i fantasmi. È il dio Pan che li vuole accanto a sé, come custodi angelici, perché possano svelare a qualche visitatore meno distratto che anche l’uomo è natura allo stato puro e che anche in lui risiedono le eruzioni vulcaniche, le tempeste e i terremoti distruttivi.
Voltare le spalle al mondo pagano significa voler fare a meno di sapere che la nostra umanità è il sole il cielo l’acqua e la terra che crescono la spiga.
Ma può anche essere furore di fuoco che polverizza intere città o rabbia di uragani che inghiottisce uomini e foreste.
Voltare le spalle a Pan significa voler fare a meno di sapere che cosa veramente siamo.
Queste ed altre cose ancora raccontano in questo romanzo i fantasmi che custodiscono il Fauno.