Questo lungo racconto è un vero e proprio resoconto fatto a se stesso quando Pino ha cercato di ritrovare cose, persone, avvenimenti che aveva lasciato indietro, sempre per la sua inarrestabile smania di nuovo. La paura di non avere abbastanza tempo lo accompagnava da sempre e dopo la scoperta della malattia ha preso il sopravvento, spingendolo ad affrettare ogni cambiamento. Una immaginaria narrazione raccolta con amore come se fosse l’esito di una lunga conversazione fatta davanti al camino dell’albergo che lo ospitava a Courmayeur prima dell’ultimo concerto nella notte del Capodanno 2015.
Il romanzo di una vita che comincia in un piccolo e cadente basso della sua Napoli e che meglio di tante altre storie descrive questa città e il suo popolo così singolare, attraverso la sua famiglia, le amicizie, i primi successi, i suoi amori e la passione per Eduardo De Filippo che ne è stato in un certo senso la guida e l’esempio da seguire. Amori e passioni così forti da costringerlo anche ad allontanarsene per poter meglio sopravvivere alle bizze del suo cuore malato. Aveva sempre saputo che non sarebbe mai diventato o’ vicchiariello ca chiagnenno aspietta ‘a morte, eppure pensava di avere altro tempo. È quello che pensiamo tutti, in fondo, provando inutilmente a rimandare, con la sola forza del desiderio, una decisione finale che non spetta a noi prendere. Quando arriva il tempo, il nostro tempo, vorremmo avere la possibilità di guardare indietro per recuperare cose, persone e sentimenti che abbiamo trascurato fino a dimenticarle, per rimettere tante cose al loro posto.
Pino, a modo suo, ci aveva provato, se ci pensate tutti i suoi ultimi anni erano stati dedicati a riannodare quei fili che aveva lasciato sciogliere seguendo il corso troppo veloce di una vita fatta di tante cose diverse. E se alla fine ha lasciato ancora qualcosa di irrisolto, qualcosa che anche dopo aver letto questo libro non avrete capito bene, non importa. Tanto lo sapete già. Quello che conta è o’ sentimento.