Inghilterra, primi anni Settanta: Beatles e Rolling Stones hanno aperto il varco alla nuova cultura giovanile dentro il rigido establishment britannico. Ma si tratta di un fenomeno non solo inglese: è una generazione che sta prendendo possesso di sé, del proprio posto nel mondo. Ci sono poi storie laterali, dove l'intimismo e la poesia diventano un tutt'uno con la musica e il terrore, o la gioia, di diventare 'adulti'; ci sono personaggi come Nick Drake, tra tutti forse il più maledetto e delicato, il più indifeso di fronte alle regole dello show business.
Nick Drake muore (suicida?) il 25 novembre 1974, a 26 anni, dopo avere pubblicato tre soli dischi, uno più straordinario dell'altro, dopo che la sua arte è passata in una indifferenza crudele cui il suo cuore non ha retto. A quasi venticinque anni di distanza, Nick è considerato un mito, è l'artista preferito di star come Kurt Cobain, il cantante dei Nirvana, anche lui suicida, di Michael Stipe dei R.E.M., su internet gli dedicano centinaia di siti, i suoi dischi magicamente sembrano non invecchiare. C'è poi un'altra storia e parte anch'essa dagli anni Settanta, ma dall'Italia, Milano: è la storia di chi scrive, dell'incontro con la musica di Nick Drake, dei primi amori di adolescente e, ancora, della scoperta di sé.
"Le provenienze dell'amore" è il racconto travolgente di tutto questo, ma è anche un'amara riflessione sulla fine dei sogni, su quella generazione dei quarantenni, che oggi è al vertice della vita politica e culturale in Italia come in Inghilterra.