Jim Morrison era davvero così pericoloso da preoccupare la CIA, l'FBI e i servizi segreti Americani? Era da considerare veramente un sobillatore di folle che alla fine degli anni sessanta, in piena guerra del Vietnam avrebbe potuto far saltare i piani dei vertici militari americani? Oppure erano questi ultimi a vedere i pericoli in ciò che non riuscivano a comprendere, e a plasmare e a modellare a loro piacimento? E' possibile che se durante un concerto il leader di una band affermi "non sto parlando di rivoluzione, né di armi né di rivolte, non sto parlando di dimostrazioni, né di scendere in strada, sto parlando d'amore" venga accusato di aver lanciato "affermazioni sediziose"? E' possibile che se il leader di una band si trovi a bordo di un aereo, in evidente stato di ubriachezza, venga arrestato e nei suoi confronti si tengano fascicoli più voluminosi di quelli di un delinquente a tutti gli effetti? Oppure è ancora la paura del diverso a far scattare questo meccanismo di difesa e a cercare di farci vedere il mostro anche dove questo non c'è?
Partendo dai dossier dell'FBI su Jim Morrison, John Delmonico ricostruisce la complessa trama di operazioni segrete destinate a contenere il dissenso politico nell'America degli anni Sessanta.