Un chitarrista leggendario, un uomo tormentato, un'icona del rock.
Questo emerge dall'autobiografi a di un musicista che ha avuto il mondo ai suoi piedi ma ha rischiato di perdere se stesso.
È la storia di un sopravvissuto, quella che Eric Clapton racconta; di chi, in oltre quarant'anni sotto i riflettori, è sopravvissuto all'alcolismo e alla tossicodipendenza, alla scomparsa di amici come Jimi Hendrix e John Lennon, alla tragica morte di Conor, il figlio di quattro anni avuto con Lory Del Santo.
Dalle prime, traumatiche esperienze con il sesso alla relazione, culminata in un burrascoso matrimonio, con Pattie Boyd, moglie del Beatle George Harrison, la donna che gli ha ispirato la splendida "Layla"; dal tempo in cui le scelte sbagliate erano per lui la norma, alla fondazione dell'Antigua Crossroads Centre, una clinica di disintossicazione per alcolisti; dalla prima chitarra, cui si aggrappò per evadere da un'adolescenza difficile, segnata dal suo essere figlio illegittimo, a quando sui muri di Londra comparve il graffito "Clapton is God".
C'è la sua musica, sintesi di un travagliato percorso artistico ed esistenziale, con pezzi come "Sunshine of Your Love", "Wonderful Tonight" e "Tears in Heaven", divenuti veri e propri inni per generazioni di fan.
La sua vita, un'altalena che oscilla tra la passione creativa e la lotta autodistruttiva contro dèmoni privati, si svela in queste pagine, in cui Clapton scrive senza filtri né riserve, senza falsi pudori e con intensità.