Dopo la fuoriuscita di Syd Barrett dal gruppo, i Pink Floyd sembrano non riuscire a trovare la loro strada.
Affrancarsi dal geniale e tormentato fondatore pare un’impresa impossibile, e per due anni la band tenta invano di ricostruire una propria identità.
Ma quando nel 1970 viene pubblicato Atom Heart Mother, appare subito evidente come i quattro membri rimasti abbiano definitivamente dato una svolta con il passato.
L’album rompe con gran parte di quanto i Pink Floyd avevano fatto fino a quel momento.
La celebre copertina con la mucca, che finirà per divenire un’icona dell’immaginario rock, è la prima nel panorama musicale a non presentare né il titolo dell’album, né il nome della band.
Il brano portante del disco è una suite di musica classica che occupa l’intero primo lato, suonata da un’orchestra e scritta insieme al compositore Ron Geesin; e dopo tre brani rock, a chiudere l’album arriva un’altra lunga suite strumentale e rumoristica.
La psichedelia delle origini viene sublimata e fusa in qualcosa di indefinibile, che galleggia tra folk, rock, classica e musica concreta, una novità che fa diventare Atom Heart Mother il primo LP della band a raggiungere la vetta delle classifiche.
In questo libro viene raccontato l’inizio di una nuova era nell’epopea dei Pink Floyd, con un taglio romanzato a cui si unisce una minuziosa ricostruzione della genesi di un album tanto amato dai fan, quanto detestato dalla stessa band.
Non solo la storia di un disco, dunque, ma uno spaccato sulle vicende del gruppo a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, un momento fondamentale per loro e per la musica tutta.
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