Queste rime, in apparenza inoffensive, che cantano l’atto d’amore in modo gioioso, mai volgare, senza l’intento di provocare o scandalizzare, racchiudono un potere profondo, quasi magico.
Per qualche arcano motivo hanno dato vita, loro malgrado, a uno dei casi giudiziari più noti nella storia di San Francisco quando, a metà degli anni ’60, The Love Book è stato sequestrato dagli scaffali della libreria City Light e dallo Psychdelic Shop, e tre commessi sono andati a processo per aver messo in vendita “materiale osceno”.
Non è chiaro il motivo per cui la censura poliziesca venne attratta proprio da questo libro.
Forse perché l’autrice, parla di sesso in modo esplicito, adoperando spudoratamente termini come cazzo, fica, scopare; e come se non bastasse, mescola il tutto con la sfera del sacro, celebrando l’amore come unione carnale e spirituale tra due angeli…
Di sicuro, dietro questa storia si celano questioni molto più complesse di una semplice crociata contro l’oscenità, sebbene il lato erotico ne sia indubbiamente l’elemento scatenante, l’arma mediatica da adoperare in un momento in cui Frisco è invasa da migliaia di giovani che predicano e praticano l’amore libero.
Se guardiamo alla scena del “crimine” e a quando viene “commesso” molte cose diventano chiare. Siamo a Haight-Ashbury, quartiere generale della new generation in cui si stanno riversando ondate di giovani e da qualche mese teatro delle incursioni dei Diggers.
Il sequestro avviene pochi giorni dopo l’elezione di Ronald Reagan a governatore della California e s’inserisce in una più vasta ondata repressiva contro i gruppi radicali dell’epoca, in un clima d’intimidazioni e violenze da parte della polizia verso studenti, neri, omosessuali, “drogati e capelloni”…
D’altronde l’anno precedente il sindaco era stato esplicito: «questa non è una città aperta.» Queste poesie – riemerse dalle incrostazioni del tempo, dall’oblio generazionale e dagli scaffali impolverati dove si vorrebbe racchiudere le esperienze passate, soprattutto quelle così scomode e irrecuperabili – parlano e palpitano ancora.
Lascito di libertà e bellezza incommensurabili, sono il canto di una donna che, elevando la sessualità al rango di divinità, ha provato a sottrarla alle leggi dello scambio economico, alla sottomissione e allo sfruttamento, a liberarla dalle catene millenarie del peccato, della vergogna e del sacrificio, suggerendo che l’amore, fatto con rispetto e reciprocità, può innalzarci al settimo cielo, non quello blindato dei monoteismi, ma quello accessib