Nel suo percorrere a ritroso la storia dell’uomo alla ricerca dell’origine dell’alone di gloria che circonfonde e sostiene la forza, Simone Weil si imbatte in una scia di ferro e di fuoco che conduce fino alla Roma antica. Remando tanto controcorrente quanto controtempo, la pensatrice francese considera la prassi politica e militare romana come fondata sul tradimento, sulla mistificazione, sull’inganno, sulla rapina e sulla frode.
La storia della Roma antica è quindi l’apoteosi della forza: per i Romani qualunque mezzo era lecito pur di fiaccare la resistenza del nemico. Qualsiasi promessa poteva essere un inganno, una pace con poco bottino era la ragione sufficiente per una nuova guerra, una sconfitta patita diventava ipso facto la giusta necessità di una rivincita esemplare.
Il principio ispiratore della politica estera della Res publica romana era la truffa e tutto questo capitava per il semplice fatto che – secondo la nostra pensatrice – i Romani erano convinti di essere la razza migliore, la più astuta, la più forte: quella – fra tutte – destinata a dominare per sempre.
La mitologia nazifascista svela così antenati insospettabili e a Simone Weil non sfugge il fatto che i nuovi dominatori d’Europa – Mussolini ed Hitler – non abbiano problemi ad elevare la menzogna al rango di discorso politico, esattamente come nell’antica Roma.
Galeazzo Ciano, all’indomani dell’invasione dell’Albania, ha l’ardire di dichiarare che l’annessione del paese delle aquile alla monarchia italiana avvenga nel segno della difesa degli interessi albanesi, esattamente come i legati romani spiegavano agli abitanti di Cartagine che la distruzione della loro città sarebbe stata un modo per tutelare i loro stessi interessi.
La storia delle gesta di Roma, allora – nelle parole di Simone Weil – appare il viatico indispensabile ad ogni buon dittatore, molto più delle pagine del Principe di Machiavelli.
Il testo raccoglie i seguenti scritti: Riflessioni sulla barbarie, Abbozzi di Lettere (1938-1939), Hitler e la politica estera della Roma antica, Roma e l’Albania.