Questa pubblicazione affronta con rigore scientifico, ma con linguaggio semplice e preciso, la trattazione dell'ungulato italiano più diffuso e numeroso: il cinghiale. Il comportamento, i segni di presenza, l'alimentazione, la riproduzione e la gestione sono alcuni degli argomenti attraverso i quali gli Autori ci guidano alla scoperta di questo animale sorprendente e sul quale sembra davvero impossibile una "pace sociale".
I dati contenuti nel libro svelano infatti quanto sia problematica la gestione del cinghiale nei diversi contesti del nostro Paese e quanto si debba ancora fare per ottenere un quadro completo sulla popolazione italiana.
L'importanza di effettuare comunque i censimenti, di incrementare le catture a fine di studio, l'utilizzo di tecniche di caccia meno invasive e soprattutto il grande ruolo del controllo, diretto e indiretto, sono la via indicata dagli Autori per una corretta gestione di questa specie.
Andrea Marsan vive a Genova, dove nel 1985 si è laureato in Scienze Biologiche. La sua attività di zoologo è principalmente legata alla conservazione e alla gestione della fauna selvatica, soprattutto con riferimento ai grandi Mammiferi.
Presta la sua opera presso Parchi nazionali e regionali, dove svolge attività di salvaguardia delle residue attività agricole dai danni prodotti dal cinghiale, mentre, per il restante territorio, i suoi studi e i suoi interventi riguardano principalmente il daino e il capriolo e la loro gestione conservativa.
Da oltre venticinque anni collabora con l'Università di Genova per la quale svolge ricerche sui Mammiferi selvatici e dove insegna "Zoologia applicata in ambiente terrestre".
Stefano Mattioli vive tra Bologna, Lussemburgo e Varsavia.
Nel 1988 si è laureato in Scienze Biologiche all'Università di Parma e nel 1997 ha conseguito il dottorato di ricerca in Gestione Faunistica presso l'Università di Agricoltura di Varsavia.
Dal 1992 collabora con l'attuale Unità di Ricerca di Ecologia Comportamentale, Etologia e Gestione della Fauna dell'Università di Siena. Come zoologo libero professionista si occupa soprattutto di biologia della conservazione e di gestione faunistico-venatoria applicata agli Ungulati.
In particolare si è dedicato alla salvaguardia del cervo della Meso la, del cervo sardo e del capriolo italico e segue la gestione di cervo, daino e capriolo nell'Appennino settentrionale.