Avevano previsto la caduta del muro di Berlino, l’arresto di Ciancimino, l’annientamento dell’Urss, il rapimento di Moro, l’attentato a papa Wojtyla. Il Male, il giornale di satira più tremendo mai esistito in Italia, più dissacratorio, più blasfemo, più volgare, più temuto, sembrava fatto da indovini. Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, una rivista ha rivoluzionato il modo di fare satira in Italia. Era un giornale iconoclasta, radicalmente di sinistra ma lontano dal Pci, provocatorio, irridente, non a caso battezzato "Il Male". Il marchio di fabbrica della rivista era la falsa prima pagina di un quotidiano (indimenticabile quella della "Stampa" con il titolo Tognazzi capo delle Brigate Rosse e la foto dell'attore ammanettato), ma naturalmente "Il Male" era molto di più: era, per esempio, il banco di prova di alcuni dei disegnatori più grandi di quegli anni, come Andrea Pazienza, Roland Topor, Tanino Liberatore, e la tribuna che ospitava articoli scandalosi su argomenti tabù come il terrorismo e i rapporti tra mafia e politica. In questa antologia, il disegnatore Vincino, che del "Male" fu direttore, raccoglie le vignette, gli articoli, i falsi più significativi. Il risultato è un ritratto di un'Italia molto diversa da quella che conosciamo.