Continua la saga di Elohim, con il terzo volume (Il Frutto) dove si affronta la creazione dell'uomo e il rapporto tra adamo, eva e i loro “fabbricatori”.
Sappiamo come l’Antico Testamento contenga una sintesi dei racconti sumero-accadici che erano molto espliciti nel narrare anche i rapporti burrascosi intercorrenti tra i due fratelli comandanti dell’impero terrestre degli Anunnaki/Elohim: Enki, Enlil.
Tale chiarezza si è persa nella Bibbia nel corso della rielaborazione operata con fini teologici da parte degli autori che hanno riscritto quell’insieme di libri nel periodo successivo all’esilio babilonese, verificatosi nel VI sec. a.C.
La teologia afferma che i racconti sumero-accadici sono in realtà dei miti, mentre la Bibbia è il testo che contiene la verità ispirata da Dio, situazione che sfiora l’assurdo: secondo la dottrina infatti avremmo una ‘copia che è vera’ mentre gli ‘originali’ da cui deriva non sarebbero che semplici ‘racconti leggendari’.
Così come la teologia ha liberamente tratto le sue affermazioni dai testi biblici, l’ipotesi narrativa qui contenuta è a sua volta liberamente tratta da quegli stessi testi ed è stata arricchita di eventi e fatti che attengono alla possibile quotidianità non presente nella Bibbia i cui autori postesilici (V sec.a.C. – X sec. d.C.) avevano l’obiettivo fondamentale, per non dire unico, di magnificare il loro elohim Yahweh nel tentativo di farne il ‘dio’ unico.