L'ultimo libro postumo di Ivan Illich, “La perdita dei sensi”, costituisce un evento di grande interesse che irrompe nel dibattito italiano con una nuova versione della tesi illicchiana di fondo: i comandi organizzativi che stanno dentro gran parte della tecnologia contemporanea derubano gli esseri umani dei loro sensi e persino della capacità di morire.
La divinizzazione dell’uomo operata dalla civiltà del benessere, mirando a liberarlo dalla sofferenza e dalla morte, lo rende schiavo di una sopravvivenza tecnica che è un’artificiale imitazione del vivere.
"Mi batto per una rinascita delle pratiche ascetiche, che tengano vivi i nostri sensi, nelle terre devastate dallo «show», in mezzo a informazioni schiaccianti, a consigli infiniti, alla diagnosi intensiva, alla gestione terapeutica, all’invasione di consiglieri, alle cure terminali, e alla velocità che toglie il respiro."
IVAN ILLICH