Presentazione dell’autore: L'idea di scrivere un libro mi è venuta qualche anno fa e solo ora, grazie all'aiuto di persone che si sono appassionate al mio modo di fare equitazione, ho potuto realizzare questo progetto. Ho viaggiato il mondo per vedere la bella equitazione e per cercare di carpire qualche "segreto" da qualche grande cavaliere. Ho voluto montare decine e decine di cavalli diversi per potermi sentire sicuro di essere in grado di addestrare un cavallo nel modo corretto ed oggi, forse, ho raggiunto un piccolo traguardo che spero sia anche il punto di partenza per nuove ed importanti esperienze. Ad un certo punto della mia vita ero così demoralizzato che ho deciso di liberare la scuderia da tutti i cavalli che avevo in lavoro e di mettere i miei a prato per essere sicuro che non finissero in cattive mani. L'ambiente dell'equitazione è un brutto ambiente, pieno di persone senza scrupoli e con poco amore verso i cavalli. Ho iniziato a lavorare di giorno con mio padre che aveva una ditta chimica e di notte in una discoteca molto trasgressiva ed alternativa di Milano ma più passavano i mesi e più sentivo che mi mancava qualcosa di fondamentale per la mia felicità. Un giorno, mentre ero in ufficio in mezzo ad un mare di fatture e di cartacce di cui non capivo assolutamente nulla, mi ha chiamato il titolare della discoteca per cui lavoravo, che era anche un mio caro amico, e mi ha detto che avrebbe voluto comprare un andaluso e farsi seguire da me per imparare l'equitazione classica. Ho colto la palla al balzo e con lui sono andato da un commerciante a cercare un cavallo che costasse poco e che avesse però le potenzialità per poter lavorare qualitativamente. E' stato quel giorno che ho incontrato Charrito. Il cavallo mi è piaciuto dal primo momento che l'ho visto nel box, aveva gli occhi buoni, spaventati ed un po' persi. L'ho provato nel maneggio coperto. Charrito non avanzava ed era bravissimo ad alzarsi in piedi per farmi capire che non aveva nessuna voglia di collaborare. Ho convinto il mio amico a comprarlo e da quel giorno ho ricominciato a montare quotidianamente. L'addestramento di Charrito è stato difficile perché il cavallo aveva già subito una doma in stile "spagnolo" molto forte e nella sua testa c'era un gran pasticcio di comandi poco chiari ed insegnati con violenza. Si trattava prima di tutto di cancellare parte dei suoi ricordi e di ricominciare da zero con un lavoro che per lui risultasse positivo. La cosa non mi ha affatto spaventato visto che arrivavo da molte altre esperienze simili che mi