"Padre fondatore" della controcultura italiana, Gianni Milano è da più di trent'anni una singolare figura di vagabondo del Dharma: pacifista attivo, buddhista, poeta tribale e, soprattutto, un tenero maestro elementare entrato in rotta di collisione con la mostruosa macchina burocratica scolastica dei primi anni '60.
Questa è la sua storia autografa, tra Reading di poesia, incontri con Ginsberg, viaggi a Praga, colloqui con piante e folletti, operazioni alchemiche, e un'indistruttibile capacità di provar stupore e meraviglia di fronte alla vita, per poi distillarne il senso in componimenti poetici come quelli qui raccolti a integrazione dell'autoritratto.
Costano un euro, ma valgono milioni