
L’Arte della Gioia: il capolavoro incompreso di Goliarda Sapienza che ha cambiato la letteratura italiana
Scoperta postuma e oggi celebrata nel mondo, *L’Arte della Gioia* di Goliarda Sapienza è un romanzo rivoluzionario che racconta la libertà femminile con potenza, passione e visione.
- 20 giugno 2025
- #letteratura italiana
Un romanzo fuori dal tempo: l’Arte della gioia
L’Arte della gioia è un’opera monumentale della letteratura italiana del Novecento, scritta da Goliarda Sapienza tra il 1967 e il 1976. Rifiutato dagli editori per decenni, il romanzo ha visto la luce postumo, diventando nel tempo un vero e proprio cult. Ambientato in Sicilia e attraversando gran parte del XX secolo, l’Arte della gioia racconta la storia di Modesta, un personaggio femminile straordinario per determinazione, intelligenza e libertà. Fin dalla nascita, Modesta è animata da un bisogno feroce di vita, conoscenza e indipendenza: tratti che l’accompagnano in una scalata sociale ed esistenziale fuori da ogni norma prestabilita. Il romanzo sfida le regole morali, sessuali e politiche del tempo con una scrittura potente e provocatoria, che rende l’Arte della gioia un testo ancora oggi attualissimo.
Quello che rende l’Arte della gioia così magnetico è l’incessante tensione verso la libertà individuale e il rifiuto del compromesso. Modesta si muove tra orfanotrofi, conventi, ville nobiliari, letture filosofiche, amori con donne e uomini, in un percorso dove tutto è possibile, ma nulla è gratuito. La sua forza non è idealizzata: è carne, spirito e contraddizione. E proprio per questo, il romanzo continua a parlare con forza alle nuove generazioni. L’Arte della gioia non è semplicemente la storia di una donna: è un manifesto della libertà interiore, scritto da una delle voci più controcorrente della nostra cultura.
Goliarda Sapienza: un’autrice riscoperta
Il percorso personale e professionale di Goliarda Sapienza è tanto affascinante quanto tormentato. Nata a Catania nel 1924 da una famiglia socialista e anarchica, Goliarda cresce in un ambiente anticonformista, ricco di stimoli politici e culturali. Dopo una carriera iniziale come attrice di teatro e cinema, si dedica completamente alla scrittura. Ma la sua opera più importante, l’Arte della gioia, viene ignorata per anni. Gli editori la ritenevano “scandalosa”, “troppo lunga”, “inadatta al pubblico italiano”. Solo dopo la morte dell’autrice, avvenuta nel 1996, il libro viene pubblicato in Francia e, grazie al successo ottenuto, arriva anche in Italia.
Il caso editoriale di l’Arte della gioia ha restituito dignità e visibilità a una scrittrice scomoda ma geniale. Goliarda Sapienza non scriveva per compiacere, ma per dire la verità, anche quando era cruda, impopolare o difficile da accettare. Nella sua figura si incontrano coraggio intellettuale, talento narrativo e una profonda sensibilità politica. Oggi Goliarda Sapienza è letta, studiata e tradotta in tutto il mondo, diventando un riferimento imprescindibile per chiunque si interroghi sul potere della narrazione femminile e sull’autonomia dell’individuo. La sua opera non ha perso nulla della sua potenza e continua a far discutere, emozionare, dividere.
Il lascito de l’Arte della gioia
Oltre ad aver conquistato lettori e lettrici in tutto il mondo, l’Arte della gioia ha avuto un impatto duraturo sul pensiero critico contemporaneo. L’approccio radicale alla sessualità, alla maternità, al potere, e all’amore che Goliarda Sapienza elabora attraverso la voce di Modesta, ha aperto nuove prospettive nella riflessione sull’identità e sulla libertà personale. L’Arte della gioia è stato adottato da movimenti femministi, universitari e artistici come strumento di pensiero e rottura. Il romanzo è oggi considerato una delle più audaci espressioni letterarie italiane del secondo Novecento.
L’eredità lasciata da Goliarda Sapienza non si limita all’ambito letterario. La sua figura ha stimolato dibattiti su cosa significhi essere scrittrici, dissidenti, donne capaci di scegliere la propria strada in un mondo che preferirebbe metterle a tacere. E l’Arte della gioia, con il suo titolo provocatorio e poetico al tempo stesso, è diventato il simbolo di quella disobbedienza che sa farsi bellezza, di quella ribellione che ha il coraggio di chiamarsi felicità.