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Giorgio SamoriniMitologia delle piante inebrianti
  • Underground
  • Editore: Edizioni Studio Tesi
  • Lingua: Italiano
  • Formato:cm 14 x 23
  • Pagine: 196
  • Anno edizione: 2016

Le piante inebrianti sono state ovunque considerate un dono che le divinitą fecero agli uomini per permettere la comunicazione con la sfera divina, con il mondo degli spiriti o degli antenati. Questa credenza ha portato all'elaborazione del mito d'origine della pianta inebriante, che spiega, motiva, e continuamente fonda la sua esistenza e il suo rapporto causale con l'uomo; un mito pił o meno elaborato, a volte ben preservatosi nelle cosmogonie e nelle antropogonie delle popolazioni tradizionali, in altri casi rintracciabile in un racconto, una novella o un semplice aneddoto, come forma residuale folklórica degli antichi miti.

In questo saggio sono raccolti e spiegati i racconti mitologici delle pił disparate fonti vegetali inebrianti: dagli stimolanti quali caffč, tč, tabacco, coca, ai narcotici e sedativi come le bevande alcoliche e il papavero da oppio, alle fonti visionarie e allucinogene quali canapa, peyote, mandragora, ayahuasca, funghi.

Con un'osservazione che spazia fra le culture umane attuali e del passato, riemergono le origini siderali della vite, il parto vegetale della prima donna di questo mondo (ayahuasca), i miti che vedono nascere piante inebrianti nel luogo di amplessi umani (tabacco) o divini (kava), o incestuosi (coca), passando per quelli che lo vedono originare dalla tomba di donne morte ingiustamente (papavero) o per mal d'amore (betel), o che originano per volontą divina come fattore salvifico tribale (peyote, boga).


...a fuoco č andato il granaio. Ora posso ammirare la luna...
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