Arricchito da materiali preparatori e da frammenti inediti, viene proposta una versione filologicamente ineccepibile di un classico di uno dei più grandi protagonisti della filosofia contemporanea.
Cinque convitati bevono vino ascoltando il Don Giovanni di Mozart e si succedono in una sorta di monologo sul tema dell’amore, incrociando aspetti etici a quelli estetici. A occupare il centro del dialogo è la donna, o meglio la visione negativa della donna descritta da un punto di vista rigorosamente al maschile. Cercano di evocare lo spirito invisibile di Eros, ma devono giungere a conclusioni di natura scettica: Eros è infatti un demone contraddittorio, paradossale. L’intero fenomeno appare ineffabile se non inesplicabile e, contrariamente a quanto auspicava Platone nel Simposio, eccede le nostre capacità di argomentzione razionale.
Sören Aabye Kierkegaard, considerato il padre dell’esistenzialismo, nasce a Copenaghen il 5 maggio 1813. Ultimo di sette figli, viene fin da giovanissimo indirizzato verso l’esperienza religiosa pietista: l’educazione è severa, improntata al pessimismo, al sentimento del peccato e farà di Kierkegaard un uomo triste e votato all’introspezione, nonché ai facili e penosi sensi di colpa. Studiò teologia nell’università della sua città natale, con la prospettiva, poi non realizzata, di diventare pastore protestante.
Numerose le polemiche che lo vedono protagonista, in particolare quella contro l’opportunismo e il conformismo religioso della Chiesa danese del suo tempo.