La storia è purtroppo fra le più comuni: ha per protagonisti Attila, cavallo "difficile e intrattabile", e Anna, che senza alcuna preparazione, ma piena di buone intenzioni, lo "acquista" senza rendersi conto dei problemi che dovrà affrontare.
A partire dalla doma, Attila è stato portato a fare "quasi tutto" con metodi, modalità e tempi preferiti dall'uomo...ma non necessariamente anche da lui, e il risultato è stato disastroso.
Questa condizione lo ha portato a perdere completamente la sicurezza in sé stesso e la fiducia verso gli uomini.
E' diventato prepotente e ostinato, di difficile gestione sia da terra che montato. Un cavallo che si potrebbe definire "pericoloso", uno dei tanti, troppi, cavalli che abitualmente si incontrano nelle scuderie, cavalli che i loro proprietari ritengono "indomabili", "pazzi", "schizofrenici", cavalli che passano da un proprietario all'altro peggiorando continuamente la loro condizione.
La protagonista di questa storia, Anna, impara a considerare il punto di vista del cavallo, e attraverso lo studio e la conoscenza di procedure fisicamente e mentalmente per lui "comprensibili" riesce a guadagnare la fiducia e la stima di Attila.
Il nodo principale è infatti sempre lo stesso e dipende unicamente dai cavalieri: quanto sono disposti a mettersi in discussione per poter capire il punto di vista del cavallo, che il più delle volte è opposto al loro?
Con illustrazioni divertenti e testimonianze di cavalieri famosi si cerca di stimolare i lettori ad affrontare i loro problemi sotto una luce diversa.
"Una volta stabilita l'empatia sarà lui stesso a maturare e a seguirci, perchè assecondare il suo leader è nella natura stessa del cavallo. Dominare, piegare, azzerare la volontà del cavallo, potrà soddisfare l'ego di chi soffre lui stesso di problemi, ma non dà la gioia di vedere sviluppare e crescere la personalità e l'apprendimento del nostro compagno di avventure"
dalla prefazione di Milo Luxardo