Acque profonde è un libro che parla di giornate in campagna, scandite dal tempo vero, quello delle stagioni, quello circolare, che non fugge ma passa e poi ritorna. Parla della bellezza della natura e della vita e del legame profondo che unisce tutti gli esseri viventi. Il luogo delle acque profonde è anche l’utero della terra, la porta comunicante tra ragione e istinto, coscienza e inconscio, rito e vita quotidiana, mito e attualità, magia e ragione. Questa porta comunicante è stata chiusa e sprangata dalla civiltà industriale, cancellando i riti, negando la sacralità della vita, la magia della natura. La civiltà del dominio ha rinnegato la Madre e, di conseguenza, ha isolato l’essere umano, rendendolo fragile, solo, nevrotico. Impaurito e incattivito. Un libro che conforta e fa espandere l’anima, immiserita dalle meschinità quotidiane della vita in una società aggressiva, competitiva e futile, confusa da una cultura fatta di menzogne e di omissioni. Ci ricorda qualcosa che sappiamo e che giace in quelle acque profonde: la grandezza e la bellezza immutabile della natura. Ci ricorda il nostro farne parte nella vita e nella morte, anche noi magici e materiali, sacri e profani come ogni cosa nell’universo e su questa terra