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Andrea CamilleriLa pista di sabbia
  • LetteraturaEquitazione
  • Editore: Sellerio editore
  • Lingua: Italiano
  • Formato:cm 12 x 17
  • Pagine: 266
  • Anno edizione: 2007

L’incubo è la Cavalla della Notte: la fantasima sganasciante, con froge e zoccoli.

Abita la coscienza disfatta dal sonno, il buio accidioso degli istinti, la cecità delle tentazioni, il rodìo dei rimpianti e delle nostalgie nella costernazione per il tempo che si vorrebbe fermo e invece sopravanza e soverchia.

L’incubo è la qualità equina, l’astrazione che governa questo romanzo di amazzoni e di allevatori di cavalli purosangue, ambientato tra scuderie e maneggi, ippodromi e piste: tra corse clandestine e corse di beneficenza.

Un mondo nuovo sorprende e spiazza il commissario Montalbano.

Una società che strepita a vuoto, su quella linea logora che a stento separa un vestibolo di ignavi, di smidollati e di viziosi (aristocratici alcuni, ma per lo più imprenditori e uomini d’affari), dall’«inferno» della vecchia e della nuova mafia. Un «suon di man» echeggia, in questo vestibolo, come in quello dell’Inferno dantesco.

Ma se i «cattivi» di Dante erano «stimolati molto» da «mosconi» e «vespe», questi lunatici circensi spiaccicano sulle loro gote nugoli di moscerini.

Tutto ruota attorno alla carcassa rapita di un cavallo da corsa.

E a un cadavere trovato seminudo, con un proiettile in corpo, buttato al sole e ai cani.

Due romanzi si chiudono l’un dentro l’altro.
Le piste si intrecciano e si confondono.

Ciò che sembra chiaro al dritto, si rivela oscuro al rovescio. Montalbano cavalca un doppio incubo.

Monta dapprima sulla «cavaddra-fimmina».
E poi, maldestro, inforca un cavallo di bronzo: un ordigno metamorfico, che lo trabalza «con la faccia verso il culo della vestia», e lo porta su piste di sabbia, là dove le orme si sperdono e cancellano.

Montalbano è un aruspice annebbiato dai gabbamenti della memoria e dagli «incubi» dell’incipiente vecchiaia.
Avrebbe bisogno di un paio d’«occhiali».
Sente la bestia sotto di sé.
Ma forse è lui stesso un «cavallo» condotto da eventi che non sa decifrare.

Come la madonna Oretta di una novella del Decameron, il commissario scenderà infine dai «cavalli» di «duro trotto» e di andatura sbagliata (a barzelloni e traballoni).

Si ritroverà.

Tornerà ai consueti avvedimenti: trucchi, «sfunnapiedi», o «saltafossi».

E ancora una volta, senza ausilio d’occhiali, saprà ricomporre, leggere, e raccontarsi, una «bellissima» storia.  

Salvatore Silvano Nigro
Letteratura di qualità contro il conformismo, l'omologazione e la prepotenza dei grossi. Queste parole di Marcello Baraghini ben rappresentano il tipo di letteratura che vogliamo proporre.
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