In una società contadina percorsa da pestilenze, guerre, invasioni e carestie, due piante, il mais e la patata, sembrano cogliere, l'una nella sua onnivora e totalizzante presenza e l'altra nella sua faticosa ascesa, il senso stesso delle paure e della fantasia contadina.
L'oscuro tubero che, germinando sotto terra, tante superstizioni e diffidenze genera lungo tutti i gradini di una società ancora feudale, e il sole della polenta, freddo nella sua povertà alimentare, che tanta parte nell'immaginario contadino contiene, insieme forniscono un ritratto complesso e colorato di un mondo che da essi dipende molto più di quanto possa far intendere una storiografia ufficiale tutta basata su guerre, trattati e vicende "alte".